Gli infortuni più frequenti nello sport, e soprattutto ne calcio sono la frattura di Colles per quanto riguarda l’arto superiore (frattura polso),  l’infortunio all’articolazione tibio-tarsica e la distorsione del ginocchio e legamento crociato anteriore.

La frattura di Colles

In merito  alla frattura di Colles, una volta terminati i tempi di riossificazione dei segmenti ossei coinvolti ( di solito dai 20 ai 30 giorni ), l’ortopedico rimuove la doccia gessata, e si può iniziare il trattamento riabilitativo, fermo restando che nei giorni precedenti non bisogna mai far rimanere immobili i segmenti distali al polso, per evitare le aderenze. Il trattamento riabilitativo si compone di chinesi terapia passiva e attiva, segmentale, delle articolazioni sia distali al polso che prossimali, con rinforzo dei muscoli della spalla, braccio avambraccio e mano. La terapia fisica di eccellenza risulta essere la magnetoterapia, poiché promuove la riossificazione, è antinfiammatoria e antiedemigena.

 

Rottura del legamento crociato anteriore

Il secondo trauma preso in esame è stato, la rottura del crociato anteriore, il legamento fondamentale per la stabilità del ginocchio. Essendo presente una forte infiammazione, e un edema importante, la terapia di elezione è la Tecar terapia, che promuove il micro e il macro circolo, accelerando i tempi naturali di recupero. Il trattamento riabilitativo si avvale della chinesi terapia passiva e attiva, con rinforzo di tutta la muscolatura dell’anca, della gamba e del piede, naturalmente bilaterale. Molto importante risulta essere la propriocezione, che va riabilitata con opportuni esercizi.

 

La distorsione tibio-tarsica

Una volta fatta diagnosi di distorsione, e accertato il grado di essa, si può iniziare dopo il giusto riposo e la compressione con bende, il trattamento riabilitativo. Quest’ultimo si compone sempre di chinesi terapia passiva e attiva, come nei casi precedenti, per ripristinare il r.o.m. articolare e rinforzare i muscoli coinvolti. Anche in questo caso è fondamentale preoccuparsi della propriocezione, con adeguati esercizi. La terapia fisica di elezione è anche in questo caso la tecar terapia.

L’ultima fase della riabilitazione, detta riatletizzazione, spetta al preparatore atletico. Per riatletizzazione di intende l’ultima fase del percorso di recupero funzionale di un atleta da un infortunio. Durante questa fase prevale la figura del preparatore atletico, che sempre secondo un approccio interdiscipinare gestisce il recupero delle competenze funzionali specifiche di una determinata disciplina sportiva. La riatletizzazione deve essere strutturata secondo il conseguimento di semplici obiettivi e successi. Vengono stabiliti insieme allo staff i criteri di uscita che permettono di passare ad uno step successivo. Un elemento fondamentale ed imprescindibile è senza dubbio la propriocezione. Quest’ultima intesa come la capacità da parte di un soggetto di rappresentare mentalmente ed in modo tridimensionale le varie parti del proprio corpo e saperne padroneggiare il controllo del movimento. In seguito ad un trauma i meccanismi di controllo neuromuscolare del movimento  potrebbero essere interrotti, per questo motivo il preparatore dovrebbe mirare il proprio intervento alla rieducazione funzionale del movimento. Per esempio, in occasione di una distorsione di caviglia, successivamente alla guarigione clinica la riatletizzazione dovrebbe prevedere un insieme di esercizi propriocettivi in grado di stressare l’articolazione con movimenti variegati (posizioni, superfici, forze esterne ed infine cambi di movimento determinati da improvvisi stimoli cognitivi). Prima di essere impiegato in un match vero e proprio l’atleta dovrebbe essere in grado di sprintare, saltare, atterrare, contrastare, in sintesi di ripetere senza nessun problema i movimenti tipici di un sport. Per verificare se l’atleta sia in grado di fare quanto suddetto potrebbero essere impiegati test di forza muscolare o test che servono per verificare la funzionalità della catena cinetica. Successivamente ai test (positivi) l’atleta potrebbe ritornare ad allenarsi col gruppo per riprendere condizione e ritmo e solo dopo parere favorevole dello staff e dell’allenatore potrebbe essere reimpiegato in un match ufficiale.

 

Workshop sullo Sport e l’infortunio

Staff CFT Catanzaro

 

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