Il problema doping nella società moderna
Quali sono le reali dimensioni del fenomeno doping?
Certamente il problema ha una notevole importanza sociale dovuta alla diffusione planetaria di tale pratica.
Va considerato che il doping non è un fenomeno legato solo a pochi grandi atleti che, quando scoperti, finiscono sulle prime pagine di tutti i giornali, ma interessa anche tanti sportivi dilettanti e amatoriali, body-builders e frequentatori di palestre. La dimensione è mondiale e bastano alcuni dati per capirlo.
Il numero e l’entità dei sequestri effettuati in materia di doping offrono una panoramica della portata che questo fenomeno, in misura sempre maggiore, assume nella nostra società. Non è difficile rendersi conto che oggi il doping non tocca solamente l’ambiente sportivo agonistico ma coinvolge sempre più figure che traggono profitti enormi da questo mercato.
Le fonti per l’approvvigionamento di sostanze illecite sono molteplici e passano da internet ma anche dalla criminalità organizzata. Basta analizzare quante sostanze dopanti vengono ritrovate dai vari nuclei antidroga mondiali nei sequestri effettuati per combattere il traffico degli stupefacenti.
Nel caso specifico è triste osservare che il 70% delle azioni compiute dai NAS si sono svolte presso Centri Sportivi frequentati da un pubblico eterogeneo e non specifico per pochi atleti agonisti.
Da ciò sembra logico supporre che gran parte delle sostanze sequestrate non fossero destinate ad atleti professionisti ma a giovani e meno giovani frequentatori di palestre che praticano sport a livello amatoriale.
La pressione esercitata sugli sportivi, siano essi professionisti o dilettanti, affinché vincano sempre deriva dagli obblighi sociali, economici e politici che esistono nelle manifestazioni nazionali e internazionali.
L’atleta condivide spesso questa mentalità del “vincere a qualunque costo”, che fa parte di una cultura dove i valori più importanti sono il successo, il denaro ed il potere. Diventa più importante la ricerca dell’apparire che non il valore dell’essere, anche a scapito della propria salute e della morale sportiva.
La necessità di essere sempre presente alle gare e alle manifestazioni per non rischiare il cosiddetto “turn-over”, il rischio di essere escluso dai grandi eventi, gli interessi economici degli sponsor, inducono l’atleta ad utilizzare qualsiasi mezzo che gli permetta di essere presente al massimo della forma agli appuntamenti prefissati.
Inoltre, per l’eccessiva e ravvicinata frequenza delle competizioni, l’atleta è costretto a recuperare la condizione fisica sempre più in fretta nel poco tempo che resta per adeguati allenamenti.
Il ricorso all’assunzione di farmaci leciti come gli antinfiammatori e gli integratori diviene quindi una necessità ma può diventare dannosa per la salute se si eccede.
Inoltre si rischia di far passare l’idea che senza “qualcosa” è impossibile vincere.
Questa errata convinzione può rappresentare nelle persone più deboli l’anticamera per l’uso di sostanze dopanti.
C’è differenza fra il doping e le droghe?
C’è differenza fra il doping e le droghe?
Se ponessimo questa domanda a chi usa droghe, probabilmente risponderebbe che non c’è una sostanziale differenza fra doping e droga. Al contrario le persone che ricorrono al doping in ambito sportivo affermerebbero probabilmente che la differenza fra le due pratiche è rilevante.
Chi avrebbe ragione?
Teoria e pratica, mondo scientifico e mondo reale di chi compra, somministra e specula sulle sostanze conducono, per vie diverse, ad analoga conclusione.
Tossicologi, biochimici, medici, psicologi, hanno fornito, sulla base delle ricerche scientifiche, cliniche e di laboratorio, prove sufficienti per rispondere a questa domanda: tra le due pratiche esistono importanti coincidenze. Spesso i due mondi si sovrappongono.
Sostanze come le amfetamine, gli stimolanti, la cocaina, l’eroina e la cannabis non solo sono stupefacenti, ma anche sostanze inserite nella lista WADA come dopanti. Non a caso sono tra le più pericolose per i loro gravi effetti tossicologici sull’organismo e in particolare per i terrificanti danni sul cervello, sul sistema cardiocircolatorio e sul sistema nervoso centrale. Tuttavia, il danno più pericoloso causato da queste sostanze è rappresentato dal verificarsi di una inevitabile dipendenza fisica e psichica.
Ed è proprio la dipendenza che più di ogni altra cosa rappresenta, sia per la persona “drogata” che per lo sportivo “dopato”, la condizione di grave rischio e di costrizione.
L’uso massiccio e protratto di stimolanti e di anabolizzanti produce il medesimo effetto, determinando rapidamente uno stato di dipendenza, sia nella persona qualunque, sia nell’atleta che ne fa uso mirato in occasione di una competizione sportiva, che nell’accanito praticante del body building.
Effetti di dipendenza analoghi a quelli prodotti dagli steroidi anabolizzanti sono segnalati anche per l’ormone della crescita (GH). Per quanto riguarda l’EPO, anche se non ci sono ancora dati sicuri per parlare di dipendenza farmacologica, è accertata comunque una forma di dipendenza psicologica. E la letteratura scientifica ha dimostrato che i rischi derivanti
dall’abuso di EPO da parte di soggetti sani possono giungere, nel caso di somministrazioni massicce e reiterate, fino alla diminuzione della capacità dell’organismo di sintetizzare l’ormone naturale.
È evidente, quindi, che tutte le persone che ricorrono all’assunzione di sostanze dopanti, dall’atleta che vuole vincere a tutti i costi, al cultore del proprio fisico che vuole artificialmente aumentare la propria massa muscolare nelle palestre, al giocatore di scacchi o poker che vuol sentirsi più brillante e veloce nelle decisioni, corrono il rischio reale di divenire succubi della droga. Inoltre gli steroidi anabolizzanti e il testosterone inducono a fare uso di altre sostanze illecite e vietate, per scopi complementari o compensatori.
Gli obiettivi, quindi, non sono così dissimili dal mondo della droga; non è un caso che nei sequestri operati dalle forze di polizia si ritrovano sostanze e farmaci dopanti insieme ad altre sostanze e farmaci ad effetto stupefacente.
La persona comune, nell’assumere cocaina, ecstasy, amfetamine e stimolanti, ricerca effetti euforizzanti che possono incrementare le capacità comunicative, la “brillantezza” di immagine e la maggiore resistenza alla fatica.
In questo modo la dipendenza fisica e psicologica ne diviene un’inevitabile conseguenza.
Ed è altrettanto vero che una persona che pratica un’attività sportiva e competitiva e che assume casualmente o abitualmente droghe per motivi personali o occasionali, senza uno scopo dopante, risulterà positivo in un test antidoping e sarà quindi sanzionato.
Commenti recenti