Queste due espressioni rapidità e velocità, debbono intendersi integrate fra loro con delle distinzioni però legate, come vedremo più avanti, ai tipi di movimenti a cui tali concetti si riferiscono.
La rapidità in genere si realizza nei movimenti aciclici (p.e. lanci, tiri, capovolte ecc.) e nei movimenti ciclici dove l’impegno di forza è basso (p.e. skipp).
La velocità invece presuppone significativi coinvolgimenti della forza muscolare e si lega concettualmente alla sua espressione più fisica del termine. In altre parole secondo la nota formula velocità=spazio:tempo, cioè più legata allo spostamento lineare da realizzare nel più breve tempo possibile.
In realtà anche lo stacco verticale in un salto in alto o in lungo presuppone la ricerca della massima velocità di movimento. Ma essendo queste delle prestazioni maggiormente antigravitarie, la qualità di forza risulta prevalente anche se integrata alla qualità fisica di velocità. Per rapidità quindi si intende la capacità di effettuare azioni motorie in un tempo minimo. Per velocità si intende una particolare espressione della rapidità, nella quale il fattore tempo è intimamente collegato con il fattore spazio. Le espressioni di rapidità correlate alla funzionalità del sistema nervoso, sono state identificate da molteplici autori. Esse sono:
- tempo di latenza della reazione motoria;
- velocità del singolo movimento;
- frequenza dei movimenti.
Questa qualità fisica è in realtà una delle tante espressione del potenziale di forza rapida o veloce presente in un soggetto. La maggior parte degli esperti concorda nell’affermare che la rapidità di movimenti è una qualità fisica biologicamente innata, con modesti margini di miglioramento, e che la maggior parte di questi incrementi possono essere realizzati in età infantile.
Quindi l’allenamento della rapidità nelle scuole calcio è assolutamente consigliabile, anche per ricchezza di contenuti didattici che essa offre all’istruttore. Alcuni autori differenziano due presupposti della rapidità:
- presupposti semplici della rapidità
- presupposti complessi della rapidità
I primi si riferiscono soprattutto alla frequenza dei movimenti, dipendono dalla capacità di eccitazione del sistema nervoso centrale e tendono a raggiungere in queste età (soprattutto fra 6 e 9 anni) valori prossimi a quelli degli adulti.
I presupposti complessi della rapidità, sono legati principalmente all’incremento del potenziale di forza dei bambini. Tali caratteristiche si evidenziano soprattutto verso gli 11-12 anni con l’inizio della pubertà. È anche da rammentare però che l’accentuata predisposizione nella categoria esordienti all’acquisizione di forme nuove di movimento ed al perfezionamento delle abilità già apprese, danno modo al bambino di migliorare la propria tecnica di corsa rendendo i movimenti più fluidi ed economici.
Anche il tempo di reazione migliora notevolmente, ed anche questa particolarità che rappresenta in effetti l’avvio di tutte le forme di rapidità, offre una innumerevole gamma di proposte didattiche. Staffette con e senza palla su distanze da 5 a 15-20 m., giochi a confronto (p.e. “Sei Bravo a… Scuola di Calcio”), giochi “a rincorrersi” (uno scappa l’altro insegue), giochi popolari tipo il “ruba bandiera” ecc., oltre naturalmente a tutte le forme di partite con variazioni specifiche, rappresentano le forme più consuete dell’allenamento della rapidità a questa età.
F.I.G.C. – Settore giovanile e scolastico, Guida tecnica per le scuole di calcio, Pool Grafica Editrice s.r.l., Roma, 2010
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