Le emozioni possono influenzare la pratica sportiva? La risposta è positiva.
A sostenerlo è lo studio di McCarthy e collaboratori (2012), che ha indagato il rapporto tra emozioni, difficoltà di concentrazione e prestazioni, nello sport giovanile.
Nella prima parte dello studio 150 atleti, con un’età media di circa 13 anni, sono stati valutati nell’area delle emozioni, dell’interferenza cognitiva e dei problemi di concentrazione, rispetto alla loro più recente competizione.
Nella seconda parte sono state valutate, in 46 atlete con un’età media di circa 10 anni, le emozioni, immediatamente prima della competizione, e i pensieri disturbanti e i problemi di concentrazione, subito dopo la competizione.
La prima parte dello studio ha evidenziato che l’ansia e lo sconforto erano associati ad una maggiore deconcentrazione, mentre la rabbia e la felicità risultavano associati ai pensieri disturbanti, ma gli effetti differivano a seconda dell’età dei partecipanti.
In particolare, la rabbia era associata a un maggior numero di pensieri disturbanti, solo negli atleti più giovani, mentre la felicità risultava associata ad un minor numero di pensieri disturbanti, negli atleti più grandi.
La seconda parte dello studio ha dimostrato che le emozioni, vissute prima della gara, non erano associate a disturbi cognitivi o di deconcentrazione.
Tali risultati dimostrano che le emozioni potrebbero interferire con la concentrazione ma, allo stesso tempo, forniscono prove che evidenziano quanto tale interferenza sia importante per le prestazioni, nello sport giovanile.
McCarthy, P.J., Allen, M.S., Jones, M.V. (2012). Emotions, cognitive interference, and concentration disruption in youth sport. Journal of Sports Sciences, 31(5), 505-515.
http://www.tandfonline.com/doi/abs/10.1080/02640414.2012.738303
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