Quale il ruolo e quali le funzioni dello psicologo dello sport all’interno dei CFT?
Di seguito alcune indicazioni da cui partire:

  • Attiva le risorse di TUTTE le componenti del sistema, migliorando le relazioni interpersonali;
  • Facilita la comunicazione e il passaggio di informazioni tra TUTTE le varie componenti del sistema, stimolando lo sviluppo di un linguaggio condiviso e di obiettivi comuni;
  • Stimola un dialogo aperto e positivo con le famiglie degli allievi;
  • Collabora alla pianificazione degli obiettivi e alla organizzazione delle attività del CFT;
  • Supporta lo staff tecnico e dirigenziale nell’identificazione delle situazioni su cui lavorare e collabora attivamente alla loro realizzazione;
  • Favorisce la realizzazione di programmi orientati a sostenere ed incrementare la crescita di allievi e allieve sia dal punto di vista psico-relazionale che prestazionale;
  • Ottimizza le competenze psicologiche dei tecnici al fine di aiutarli a relazionarsi in modo efficace con i propri allievi e supervisiona attivamente le modalità relazionali messe in campo dalle varie parti del sistema;
  • Amplia le conoscenze relative agli aspetti psicologici implicati nella pratica sportiva dei giovani mediante l’organizzazione e realizzazione di attività di formazione e informazione rivolte a tutti gli adulti che a vario titolo sono coinvolti nel progetto;

La qualità dell’esperienza sportiva di allievi e allieve e il significato che questa assume sono in buona parte determinate dalla rete di interazioni nella quale essi sono coinvolti, sia con figure professionali che con persone significative all’interno dei vari contesti.  Gli adulti, comunicando più o meno esplicitamente le proprie aspettative e i propri valori culturali, svolgono un ruolo centrale nel processo di maturazione e acquisizione di indipendenza che questi intraprende attraverso lo sport.

In questo senso, la figura dello Psicologo dello Sport può costituire una preziosa risorsa. Una risorsa che non interviene quasi mai su singoli casi problematici, ma che indirizza la propria attenzione sulle varie componenti del sistema in cui opera facilitando la comunicazione tra di esse e la condivisione degli obiettivi comuni, ovvero la promozione dell’attività sportiva come occasione formativa e fonte di benessere.

 

Un capitolo speciale: gli incontri con le famiglie

Se si chiede ad un allenatore di  Settore Giovanile  quali difficoltà incontri più frequentemente nel proprio lavoro,   è probabile che risponda “Rapportarmi con i genitori  dei miei allievi!”.

Sebbene vi sia una percentuale di genitori che vive l’esperienza sportiva dei propri figli  in modo sano ed equilibrato,  sono davvero molti i casi in cui il vero protagonista della situazione sembra essere il genitore:

  • sempre presente a partite e allenamenti;
  • sempre pronto a interferire o criticare l’operato di allenatore, società o compagni di squadra;
  • tendenzialmente portato ad anteporre l’interesse del proprio figlio a quelli dell’intera squadra

Non meno facile è il rapporto con i genitori troppo “assenti” che non riconoscono all’esperienza sportiva dei propri figli il giusto valore, che vivono con difficoltà crescente il proprio ruolo educativo e che sempre più  “delegano” tale responsabilità alle altre Agenzie Educative, che spesso puniscono i brutti voti a scuola negando ai figli la possibilità di allenarsi o giocare

Anche in questo caso, si tratta di genitori che cooperano poco o nulla alla costruzione di una comune cultura sportiva e al benessere dei loro stessi figli.

  

Il dialogo tra Società Sportiva e Famiglie diviene problematico quando:

  • Le comunicazioni non sono chiare e vi sono regole a cui si “concedono” tante, troppe deroghe…
  • I rapporti tra staff e famiglie sono informali e amichevoli, non c’è chiarezza tra i diversi ruoli
  • I genitori vengono visti come “il nemico” e non ci sono spazi appositamente dedicati all’ascolto delle loro esigenze e delle loro eventuali critiche
  • I genitori non vengono coinvolti attivamente, laddove sia possibile, nel progetto educativo della Società, né informati correttamente sulle finalità dell’offerta formativa proposta

Eppure le famiglie rappresentano un elemento-chiave del sistema e dobbiamo lavorare efficacemente affinché diventino, vengano percepite e si percepiscano come delle buone alleate.

L’obiettivo degli incontri, concordati con lo staff CFT,  è infatti quello di garantire ai familiari uno spazio di ascolto finalizzato ad una riflessione su esigenze e problematiche che essi possono incontrare nello svolgere il proprio ruolo.  In questo contesto, ad esempio, i genitori potrebbero interrogarsi e riflettere sulle aspettative che nutrono per il loro figlio/la loro figlia come atleta, sul loro ruolo nell’ambito del contesto sportivo per arrivare a definire chiaramente sia i possibili contributi sia i propri limiti.

La conoscenza da parte del genitore dei bisogni e delle motivazioni dei figli nel giocare e fare sport, la disponibilità a parlarne con loro e a rispettare le loro esigenze, rappresentano una premessa auspicabile e davvero importante.

Più specificamente, gli obiettivi generali di tali incontri sono:

  • Creazione di uno spazio di incontro ed ascolto rivolto alle famiglie che permetta un continuo confronto, la condivisione degli obiettivi e delle esperienze da loro vissute, la subitanea presa in carico di eventuali disagi;
  • Presentazione del CTF e delle sue finalità sportivo-educative: offerta in termini di competenza, educazione, servizi alle famiglie e ai loro figli, ruoli e compiti di tutti gli attori che ne fanno parte, negoziazione e stipulazione di un vero e proprio contratto formativo-sportivo che contenga un insieme di regole concordate che CTF e famiglie si impegnano a rispettare;
  • Facilitazione dei processi comunicativi tra famiglie, staff e allievi;
  • Promozione di spazi di discussione e confronto su tematiche che suscitino una maggior presa di consapevolezza da parte dei familiari del proprio ruolo nello sviluppo psico-fisico dei figli.

 

 

gli incontri RIVOLTI A DIRIGENTI e tecnici delle societa’ 

Obiettivo generale delle attività dei CTF rivolte ai diversi operatori sportivi delle società (dirigenti, tecnici, preparatori fisici, accompagnatori) è quello di creare le condizioni affinché tali soggetti orientino prioritariamente il proprio lavoro a favore della formazione educativa e della crescita tecnica di allievi e allieve in modo sempre più consapevole e competente.

Tale obiettivo si inserisce in una cornice di strategie che hanno lo scopo principale di promuovere una cultura della formazione finalizzata alla crescita dell’intero movimento calcistico giovanile e femminile, di attivare le risorse e il potenziale dei contesti locali attraverso un circolo virtuoso capace di generare ricadute positive sull’intero Territorio.

Non solo. Nell’ottica di individuare, valorizzare e tutelare il talento giovanile, elemento fondamentale è proprio quello di coinvolgere attivamente le realtà locali, ovvero l’ambiente in cui si è sviluppato e nel quale continua a crescere. Gli operatori sportivi che a vario titolo lavorano ogni giorno con i giovani atleti ed atlete devono diventare i protagonisti di un processo di formazione e crescita costanti allineato con la proposta dei CTF, in modo che i percorsi di crescita e sviluppo rivolti sia agli allievi che ai loro famigliari diventino nel tempo integrati e coordinati.

Affinché ciò sia possibile, è necessario che i CTF si facciano promotori di un dialogo e confronto costanti con le diverse società sportive attraverso momenti di formazione e informazione  e che diventino e vengano percepiti/riconosciuti come effettivi modelli di eccellenza e riferimento. Per aumentare la qualità della proposta formativa locale, il ruolo dei CTF sarà fondamentale: essi dovranno diventare un polo di diffusione e condivisione di linee metodologiche di lavoro,  di protocolli e modelli di lavoro sperimentali e innovativi, di buone pratiche.

Per raggiungere tale obiettivo, premessa sostanziale è la catalizzazione di processi di l’empowerment nei diversi soggetti, sia in termini personali che di gruppo, ovvero lo sviluppo di consapevolezza ruolo-specifica e di sempre maggiori auto-efficacia e responsabilità personale.

 

Organizzazione degli Incontri rivolti a Dirigenti e Tecnici

Si prevede la realizzazione di un numero minimo di interventi rivolti agli staff tecnici e dirigenziali delle società di appartenenza di allievi e allieve dei CFT.

Si ritiene che, in prima battuta, una proposta capace di soddisfare necessità di spazi e tempi, nonché di creare le premesse di un dialogo sinergico e costruttivo, potrebbe essere quella di utilizzare il sabato mattina per organizzare workshop tematici all’interno delle strutture dei CFT che prevedano sia attività in aula che in campo.

 

Macro-Aree Workshop Tematici:

Di seguito tre macro-aree su cui si ritiene importante promuovere formazione e confronto con gli staff dirigenziali e tecnici delle società:

  • Sport, Alimentazione e Corretto Stile di Vita: integrazione di competenze tra nutrizionista, medico sportivo, psicologo e responsabile tecnico
  • Sport e Infortunio: dalla prevenzione al ritorno in campo, con particolare attenzione alle caratteristiche psico-biologiche e alle fasi sensibili di sviluppo nelle specifiche fasce di età degli allievi e alle differenze di genere: integrazione di competenze tra responsabile tecnico, preparatore atletico, fisioterapista, medico sportivo, psicologo

Sport, Etica, Doping: integrazione di competenze tra responsabile tecnico, medico sportivo, psicologo, arbitro

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